Chi come me ha
vissuto negli anni ’60 sa bene che sulle tavole, e non solo quella dei
contadini, un buon fiasco di vino non doveva mai mancare, quasi sempre era frutto
dell’amore e la cura per il proprio vigneto. Eh, si, ricordi di tempi che
furono, tempi di cose semplici, di cose naturali, cose naturalmente autentiche,
perché fatte da persone semplici, ma vere.
Anche se oggi
le cose sono abbastanza diverse, la voglia di sorseggiare un buon vino per
vivere un momento emozionante, non è mutata. Ragion per cui, nei tempi moderni,
il “bere del vino” non deve tradursi in una pratica di mera banalità.
La bevuta di un
ottimo calice di vino, oggi dovrebbe essere una pratica ritualizzata, che si
concretizza nella ricerca della storia che lega un determinato vino ad un luogo,
per creare, così quella particolare atmosfera in cui, brindando, si consuma un’insostituibile
emozionante momento.
Pensando ad un
buon vino mi viene in mente il concetto di autenticità, ovvero, quell’unicità
legata alla qualità intrinseca di un dato prodotto. Quindi, vivere un momento “magico”,
spesso vuol dire avere la giusta consapevolezza di cosa c’è dietro ad ogni acino
di uva premuto e contenuto nella bottiglia appena stappata.
Tra i miei tour
alla “scoperta” del territorio ho fatto tappa ad Ercolano nell’Azienda Vinicola
Sannino. Una realtà territoriale che affonda le proprie radici agli inizi
del ‘900, epoca in cui Aniello Sannino, con il suo piccolo vigneto alle falde
del Vesuvio, produceva un eccezionale vino destinato per lo più alla borghesia
del Miglio d’Oro.
Nell’immediato
secondo dopoguerra, il figlio Antonio, primogenito di Aniello, realizzò la
prima linea di imbottigliamento e l’etichettatura, valorizzando così i propri
vini, frutto di vitigni millenari quasi dimenticati quali il Piedirosso, il
Caprettone, la Falanghina e l’Aglianico del Vesuvio.
A partire dagli anni ’80, l’azienda ottiene il
riconoscimento del marchio DOC e IGT su tutta la produzione.
L’azienda
Vinicola Sannino si dedica alla produzione di vini storici e tipici dell’area
Vesuviana, quali il Lacryma Christi D.O.C. Rosso, il Lacryma
Christi D.O.C. Rosato, il Lacryma Christi D.O.C. Bianco, il Piedirosso
Pompeiano I.G.T, l’Aglianico
Campania I.G.T., la Falanghina Campania I.G.T. e la Coda
Di Volpe Pompeiano I.G.T.; inoltre produce Gragnano D.O.C. della
penisola Sorrentina oltre alla Falanghina Campania I.G.P.
Frizzante, ultimo nata in casa Sannino.
Concludo
affermando che, solo la conoscenza profonda di ciò che si sta bevendo può trasformare
un momento semplice, in un momento particolare, se poi esso è consumato in buona compagnia diventa un piacere unico.
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